E’ stata, senza ombra di dubbio, la sessione di calciomercato più strana di sempre: la data di chiusura, 5 ottobre, decisamente inusuale non è il motivo principale ma, come molti addetti ai lavori hanno affermato in queste settimane, i d.s. hanno dovuto “lavorare di fantasia”. Pochi soldi a disposizione, primi segni di una crisi economica dovuta all’emergenza coronavirus ma non solo, tanti affari chiusi con formule “originali”: scambi, prestiti biennali, obblighi di riscatto con condizioni particolarissime, ricerca di plusvalenze, rescissioni contrattuali. Negli ultimi mesi si è visto davvero di tutto, andiamo allora a giudicare l’operato dei 20 club di Serie A.
Pochi dubbi sul fatto che la Juventus sia ancora la favorita della Serie A, lo confermano anche le quote su scommesseseriea.eu. I bianconeri hanno diminuito il monte ingaggi di 58 milioni di euro grazie agli addii anticipati di Higuain e Matuidi, ai prestiti di Douglas Costa, De Sciglio e Rugani. Lo scambio Pjanic-Arthur è servito a generare una buona plusvalenza e ad abbassare ulteriormente l’età media della rosa. I colpi in entrata vanno proprio in questa direzione: Kulusevski, Arthur, McKennie, Morata e la ciliegina sulla torta, Chiesa, garantiscono l’inizio di un nuovo ciclo con Pirlo in panchina.
7.5 il voto ai bianconeri, come il Napoli che è stata forse l’unica società ad aver investito anche in questa sessione di mercato: De Laurentiis non ha svenduto Koulibaly e Fabian Ruiz, trattenendo entrambi. Le uniche partenze di rilievo sono quelle di Callejon (svincolato) e Allan (Everton), in compenso è arrivato il fortissimo Osimhen oltre al colpo finale Bakayoko che dà la fisicità in mezzo che mancava ai partenopei. 7.5 il voto anche per l’Inter: dopo il botto iniziale, Hakimi, si è puntato ad un mercato low cost ma che ha regalato colpi già “pronti” a Conte. Vidal e Kolarov garantiranno la possibilità di poter puntare con decisione allo scudetto.
Un gradino più sotto, con un bel 7, si piazzano Milan, Atalanta e Roma. Ai rossoneri è mancato il colpo finale, un centrale di difesa, ma con la conferma di Ibrahimovic e la ricerca di giovani talenti per costruire il futuro (Tonali su tutti) si può di certo promuovere in pieno il mercato di Massara e Maldini. Bene la Roma, anche se lo scatto decisivo è arrivato solo sul gong, col ritorno di Smalling; Pedro è un colpaccio a parametro zero, bene anche l’operazione Kumbulla, soffiato alla Lazio. L’Atalanta, intanto, continua a puntellare l’organico: ceduto Traoré al Manchester United per 30 milioni, sono arrivati Romero, Miranchuk e Lammers che rinforzano la “Dea” anche in ottica Champions.
6 pieno per diversi club: il Torino si affida a Giampaolo per un nuovo ciclo e sono arrivati giocatori funzionali al nuovo tecnico (Linetty e Rodriguez su tutti), mentre la Fiorentina paga solo il mancato arrivo di un centravanti. I viola, infatti, hanno venduto “bene” Chiesa, e preso Callejon e Bonaventura a zero. Interessante il colpo Quarta in difesa, l’argentino ha un gran futuro. Sufficienza anche per le genovesi: solita rivoluzione in casa Genoa (spiccano i nomi di Luca Pellegrini e Badelj), mentre la Sampdoria ha ripescato Keita Baldé e si affida all’esperienza di Candreva per vivere un’annata più tranquilla rispetto alle ultime stagioni. Gran colpo del Cagliari con Godin (ma occhio alla scommessa Ounas), il Benevento era partito da grandi nomi per finire coi vari Lapadula, Dabo, Caprari, Iago Falque e Glik: l’organico a disposizione di Pippo Inzaghi e comunque in grado di conquistare la salvezza. Sufficienza colta in extremis dall’Udinese grazie all’arrivo di Deulofeu (e alla permanenza di De Paul).
Detto del Sassuolo che ha puntato esclusivamente a confermare l’organico della scorsa stagione (e non è detto che sia un male), va sottolineato il mercato deficitario della Lazio: il caso Silva ha di certo condizionato la sessione ma nella capitale ci si aspettava un colpo da novanta per il ritorno in Champions e non soltanto nomi che servono esclusivamente ad allungare la rosa dal punto di vista numerico. Il Verona dovrà affrontare diverse cessioni rilevanti (Amrabat e Kumbulla su tutti), vedremo se basterà Kalinic, mentre Bologna e Parma di certo non migliorano l’undici di partenza rispetto allo scroso anno. Per Crotone e Spezia mercati in affanno e con nomi di secondo piano: vittime sacrificali?